Con la sentenza del 7 marzo 2024, il Tribunale federale ha respinto definitivamente l'obiezione di una persona direttamente interessata contro il progetto della piazza dell'Abbazia di Einsiedeln, nonostante il divieto di discriminazione previsto dalla Costituzione federale e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Tenendo conto dell'evoluzione demografica corrente, ciò significa che sempre meno persone potranno visitare questo luogo di pellegrinaggio sotto tutela dei beni culturali. Quanto opportuna e al passo con i tempi è questa sentenza? Il Centro prende posizione.

La sentenza giunge proprio mentre una nuova norma ISO si preoccupa di sviluppare metodi con cui: 1) trattare i valori della conservazione e dell’accessibilità sullo stesso piano e 2) coinvolgere tutti i gruppi di utenti nel processo fin dalle prime fasi. In questo contesto, la sentenza del tribunale appare figlia di un approccio superato: entrambi i principi proposti dalla norma ISO sono stati disattesi nel caso della riprogettazione della piazza dell’Abbazia di Einsiedeln – intervento percepito dalle persone con disabilità come un passo indietro invece che in avanti.

Su richiesta della soprintendenza per i beni culturali, sulla piazza verrà installata una pavimentazione in ciottoli non adatta come superficie pedonale (per tutti), ma che, in compenso, crea un gioco d’ombra della luce solare sulle pietre. Della grande piazza circolare, larga 75 metri, solo una stretta striscia di 2 metri verrà realizzata  come superficie pedonale utilizzabile da tutti. Si tratta quindi di una decisione a favore delle caratteristiche estetiche della superficie e contro l’uso per tutti. Come dimostrano i casi di studio provenienti da tutto il mondo contenuti nella nuova norma ISO, a livello internazionale esistono già molti esempi convincenti di edifici protetti di alto valore per i quali sono state trovate buone soluzioni, permettendo di creare superfici di piazze accessibili senza ostacoli, nonostante l’elevato livello di protezione richiesto. Se il tribunale basa irrevocabilmente il suo giudizio su quello che considera l’unico parere di esperti valido – ovvero quello delle autorità preposte alla conservazione dei monumenti, risulta chiaro che anche i rappresentanti delle persone con disabilità devono poter far parte di tali commissioni in futuro. Questo è anche ciò che prevede la norma sopra citata. Chiediamo pertanto che gli obiettivi del governo federale in materia di cultura edilizia, proclamati a Davos nel 2018, vengano presi sul serio. In esso, il settore pubblico si impegna a vivere una cultura edilizia di alta qualità che promuova una società inclusiva e solidale.