In occasione del giubileo del Centro, non ci limitiamo a ripercorrere la storia dell'Architettura senza ostacoli, ma proponiamo anche uno spunto di riflessione per il futuro: BIM - opportunità o rischio per l'architettura senza ostacoli?


Proprio come non esiste un essere umano “standard”, non è neanche possibile definire una disabilità “standard”. Le capacità fisiche e le percezioni sensoriali sono molteplici e sfaccettate. A chi spetta decidere per quale tipo di persone progettare e quali invece possono essere trascurate? Con lo sviluppo di nuovi strumenti di pianificazione – come potete leggere in questo numero – questa domanda torna ad essere attuale. L’intenzione dei fondatori del Centro svizzero, quando nel 1981 ne iniziarono l’opera, era di rimediare alla mancanza di standard per la costruzione adatta ai disabili. La ricerca meticolosa delle esigenze specifiche dei diversi gruppi di utenti e i numerosi studi di ergonomia condotti sul campo ci hanno permesso di arrivare ad avere oggi uno “standard” ampiamente riconosciuto e valido in tutta la Svizzera: siamo fieri di questo risultato !

Troppo spesso, tuttavia, la costruzione senza ostacoli è ancora vista come un obbligo oneroso. Per questo, oggi auspichiamo che i professionisti in campo architettonico volgano i loro sforzi a conciliare le idee concettuali e di design con i valori pratici, dando vita a costruzioni fruibili da parte di tutti. Questo è il tipo di approccio che ci auguriamo per i prossimi quarant’anni – e che diventi una decisione libera e consapevole di tutti!

 

Il numero 65 del Bulletin è per ora disponibile solo in tedesco. L’edizione francese verrà pubblicata a breve.

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